Vivere nelle immagini: Frammenti di un immaginario mediale by Fabio La Rocca

Vivere nelle immagini: Frammenti di un immaginario mediale by Fabio La Rocca

autore:Fabio La Rocca [La Rocca, Fabio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, Sociology, General
ISBN: 9788889508671
Google: ST2-EAAAQBAJ
editore: Edizioni Estemporanee
pubblicato: 2023-05-10T10:42:43+00:00


​Frammento VII

Flânerie cinematografica: la città tra sogno e immaginario

“Sono un occhio. Un Occhio meccanico.

Io, una macchina, vi mostrerò un mondo

in un modo che solo io posso vedere”.

(Dziga Vertov)

Tra il cinema e la città esiste un rapporto di reciproca influenza, uno scambio simbolico che testimonia questa corrispondenza, questo legame intimo che il mondo delle immagini cinematografiche ha con la materialità urbana. L’universo cinematografico partecipa a secernere allo stesso tempo l’immagine e l’immaginario della città, a costruire una visione della complessità del paesaggio urbano e dei suoi territori. L’immagine, nella sua essenza di mostrare e rendere visibile, fa emergere la fisionomia delle città, i molteplici ambienti urbani, e ci fa vivere le atmosfere, ci fa toccare le emozioni che scaturiscono negli spazi e luoghi urbani.

Il potere delle immagini alloggia nella magia di trasportarci e di farci viaggiare. In quanto consumatori di immagini, la loro lettura attiva in noi delle convenzioni stilistiche della storia, della cultura e della memoria visiva nel nostro spazio percettivo. Nel campo della cultura visiva, la particolarità del linguaggio cinematografico attraverso la sua molteplice presentazione della realtà ci aiuta a strutturare il nostro immaginario della città e, ugualmente, la realtà è plasmata da queste diverse immagini che conquistano la visione e influenzano la lettura del mondo quotidiano. Il cinema cerca di rendere visibile la città, che in questo senso esiste attraverso e nelle immagini proiettate sugli schermi. Da qui si sviluppa un intero percorso visivo che accompagna l’ordinario epocale del paesaggio urbano e, allo stesso modo, questo paesaggio struttura la produzione di una fabbrica di immagini che plasma e affascina lo sguardo dello spettatore. La percezione cinematografica risiede nella capacità del cinema di produrre immagini irriducibili al modello della percezione soggettiva. Il visibile nel suo insieme ci aiuta a organizzare un’interpretazione del mondo che ci circonda, a configurare, per così dire, una visione del mondo: un mondo catturato come immagine. In questo modo, la realtà urbana trova una costruzione simbolica nell’universo cinematografico e ciò ci permette di contraddistinguere la nostra relazione con la città sia dal punto di vista fenomenologico che ermeneutico. Nel registro dell’opera cinematografica si attua quindi una Weltanschauung che determina una sorta di ontologia in grado di cogliere, o meglio, di sviluppare una forma di comprensione della realtà.

La concezione dell’immagine cinematografica come immagine del pensiero e riflesso dell’esperienza, trova il suo significato nell’attuazione della percezione e della visione. Inoltre, il rapporto tra immagine e pensiero è una delle costanti fenomenologiche che ci aiutano a decifrare il mondo; il cinema può essere considerato come un modo di cogliere il paesaggio urbano, una lanterna magica che ci fa viaggiare nei meandri dell’immaginario, una forma di conoscenza, un documentario espressivo del mondo sociale (Kracauer, 1996) che caratterizza una cultura, una documentazione del mondo e l’attestazione dell’esistente. Il linguaggio cinematografico rappresenta una necessità per raffigurare un insieme di organizzazioni significanti (Metz, 1968), proprie della nostra percezione, del nostro immaginario e anche del nostro rapporto con l’immagine. Ne deriva una coscienza sociologica e ontologica in cui la profondità dell’immagine filmica è una percezione della profondità del sociale.



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